Vivere alternativo: uno sguardo verso la sostenibilità. Esiste un modo di vivere alternativo? Ce lo racconta il film documentario “Alla ricerca di un senso”: un viaggio attraverso “realtà sostenibili”, alternative, sconosciute e lontane dal nostro vivere quotidiano. Proveremo a raccontarlo qui, nella nostra rubrica Green Art.
Vivere alternativo, ovvero “riappropriarsi del buon senso e della saggezza“. Si legge così, sul sito ufficiale di “Alla ricerca di un senso”, se si chiede ai due autori perché hanno girato questo film. La pellicola potrebbe essere inquadrata nella categoria dei documentari. “In realtà – raccontano Nathanaël Coste e Marc De la Ménardière – nasce da un’esigenza tutta personale e in questo sta la sua singolarità. Il film non assurge a nessuna voce dogmatica, non è una ricerca giornalistica e nemmeno un film fatto per dare risposte. Alla ricerca di un senso è un documentario genuino, innocente e spontaneo, finanziato da 963 internauti ed è il meglio di 80 ore di girato su tre continenti”. Prodotta da Kamea Meah e distribuito in Italia da Cineama, la pellicola apre una finestra sui modi di vivere alternativi.
A noi “Alla ricerca di un senso” dà la possibilità di riflettere. Sul modo i cui viviamo, sugli sprechi e sulle pratiche sostenibili che possiamo mettere in pratica. Ma ora non resta che iniziare il viaggio. Alla ricerca di un senso.
Un film per il vivere sostenibile
Marc e Nathanaël, due amici di infanzia, si ritrovano dopo molti anni. Marc è un uomo di marketing che aspira al sogno americano. Lavora per una multinazionale che esporta acqua in bottiglie di vetro. Nathanaël, invece, ha intrapreso una strada opposta: ha appena finito di girare un documentario sull’accesso all’acqua in India. Un giorno decide di mostrare all’amico cortometraggi sugli sprechi nel mondo. Marc, assalito dai sensi di colpa, mette in discussione non solo la sua vita, ma anche la società in cui vive. Lascia il lavoro e parte insieme a Nathanaël alla ricerca di un senso. Inizia così un incredibile viaggio, dall’India al Messico fino agli Stati Uniti, che permette loro di incontrare figure di spicco: attivisti, sciamani e scienziati. Personalità, come Vandana Shiva, che parlano dell’avvento della nuova civiltà consapevole, di un vivere alternativo (e sostenibile) in armonia con la natura.
Vivere verde: tra essere e incominciare
Ma come è possibile intendere il “vivere verde”? Il vivere verde è un continuum tra essere e incominciare. Da una parte “essere”, cioè porre una mano sulla propria coscienza e rendersi conto che il cambiamento deve partire da se stessi. Dall’altra parte, “incominciare”. Incominciare ad avere fiducia nella capacità di portare un cambiamento in noi stessi e nel mondo in cui viviamo.
In “Alla ricerca di un senso” emergono modi di vivere alternativo e verde. In India, Vandana Shiva, vincitrice del Premio Nobel Alternativo, mostra ai due amici come la popolazione produca ogni bene, sia alimentare che materiale. Dalla coltivazione dei cereali fino alla lavorazione dell’argilla per modellare vasi. Qui, la popolazione è creatrice e produttrice, in un tutt’uno con la natura. A Los Angeles, la curiosa famiglia Dervaes vive in una casa immersa in un giardino di 400 metri quadrati. Terra che usa per coltivare e produrre il proprio cibo. In un anno vengono prodotte 3 tonnellate di frutta e verdura, in parte acquistate dai ristoranti locali. Tale vivere alternativo è diventato fonte di imitazione per altre famiglie, quindi di diffusione del vivere verde.
Come possiamo iniziare a vivere in maniera sostenibile?
È importante prendere in considerazione se stessi e vedere cosa si può fare come individui. Pensare a un modo di vivere alternativo non è solo un esercizio retorico. È un prendere coscienza del mondo in cui viviamo e provare, nel piccolo, a cambiarlo. Le buone pratiche sono il nostro chiodo fisso. Ma come è possibile invertire il trend? Iniziamo dalle azioni più semplici!
Esempi di vivere alternativo? C’è una scuola, la Scuola di pratiche sostenibili, che fornisce moltissimi esempi. Preferire la bicicletta ai mezzi pubblici per ridurre le emissioni di CO2; utilizzare i sacchetti per la spesa di cotone piuttosto che di plastica; acquistare detersivi, cereali, legumi alla spina per ridurre la produzione di rifiuti e costi di smaltimento; produrre sapone naturale e chi più ne ha più ne metta. Piccoli accorgimenti quotidiani per iniziare a vivere in maniera sostenibile, riducendo gli sprechi.
Cominciare ad avere consapevolezza di questi semplici comportamenti, volgendo lo sguardo verso modi alternativi di vivere, può essere un valido punto di partenza. Un intreccio di prospettive che possono sicuramente portare a un mondo migliore. Quindi, perché non iniziare subito?