Ispirandoci ad un video proposto da Le Monde, ecco una spiegazione breve ed efficace su che cos’è il riscaldamento climatico e da quali meccanismi è causato
Effetto serra: il fenomeno naturale
Il 97% degli scienziati che lavorano sul cambiamento climatico sostiene che la terra si riscaldi a causa delle attività umane. Per capire qual è la responsabilità dell’uomo in questo fenomeno bisogna prima interessarsi ad un meccanismo che è invece perfettamente naturale: l’effetto serra.
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Ecco come funziona: il sole riscalda la superficie terrestre con i suoi raggi. Una parte dei raggi viene assorbita. Un’altra parte viene invece riflessa dalla superficie terrestre sotto forma di radiazioni infrarossi e si perde nello spazio.
I gas a effetto serra presenti nell’atmosfera, come il diossido di carbonio, il metano e il protossido d’azoto, ostacolano la fuoriuscita delle radiazione infrarosse riflesse dalla superficie. L’effetto è quello di un riscaldamento della Terra, da un lato, e di una diminuzione delle escursioni termiche, dall’altro.
Il fenomeno naturale dell’effetto serra consente di mantenere la temperatura adatta alla vita sulla Terra, ed è quindi un meccanismo essenziale per tutti gli esseri viventi. Ciò che è causato dall’uomo non è l’effetto serra, ma il suo aumento.
Non effetto serra, ma aumento dell’effetto serra
È proprio questo il meccanismo che l’uomo ha destabilizzato. Combustione di petrolio e di gas, deforestazione, agricoltura intensiva: dalla rivoluzione industriale le attività umane emettono un grande quantitativo di gas a effetto serra, principalmente di diossido di carbonio e di metano. Questi gas si accumulano nell’atmosfera e raggiungono ormai dei livelli record, che stravolgono il normale fenomeno naturale dell’effetto serra.
Per la CO2 , per esempio, la sua concentrazione è passata da 270 ppm alla fine del XIX secolo a quasi 400 ppm oggi. È la concentrazione più forte da almeno 8.000 anni. Di conseguenza l’effetto serra si intensifica. Il surplus di energia introdotto oggi dall’uomo nell’atmosfera è l’equivalente di circa 3 bombe atomiche ogni secondo. Ed ecco le conseguenze (anzi, solo alcune):
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Aumento della temperatura
Oggi la temperatura media terrestre è già aumentata di 0,8 gradi centigradi dalla fine del XIX secolo e i picchi di caldo sono più frequenti.
Le temperature estreme, che toccavano solo l’1% della superficie continentale terrestre, ora coinvolgono circa il 10%. Se la concentrazione di CO2 raddoppiasse da qui al 2100, la terra vedrà la sua temperatura media salire ancora di una forbice compresa tra +1,5 gradi e +4,5 gradi.
Aumento del livello dei mari
Su tutti i continenti, i ghiacciai si stanno sciogliendo e a mano a mano scompaiono. Le grandi calotte polari della Groenlandia e dell’Antartico perdono il loro ghiaccio che si immette negli oceani e contribuisce a elevarne il livello. I ghiacciai dell’Artico hanno visto il 30% della propria superficie fondere dagli anni ’80 a oggi. Risultato: il tasso medio dell’innalzamento degli oceani è oggi di 3,3 mm all’anno. Ma questo tasso è destinato ad aumentare con l’aumento delle emissioni.
Già salito di 20cm in un secolo, gli oceani potrebbero alzarsi di 1 metro per il 2100. i piccoli stati insulari del Pacifico o dell’Oceano Indiano, come le Maldive, saranno le prime a scomparire.
Aumento delle precipitazioni
Sulle latitudini medie e alte dell’emisfero nord (Alaska, Canada, Norvegia, Siberia…) gli scienziati si aspettano tassi di precipitazioni molto superiori rispetto a quelli attuali.
In California e nel bacino del Mediterraneo, così come in tutte le regioni che sono già aride (molti paesi africani e asiatici ma non solo), si prevedono delle siccità più lunghe e più frequenti così come una riduzione del flusso dei fiumi. Le centrali elettriche e nucleari sono raffreddate dai corsi d’acqua; ciò potrebbe avere quindi conseguenze importanti sulla produzione di elettricità.
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Acidificazione degli oceani
Si tratta di uno degli effetti meno conosciuti del cambiamento climatico. La CO2 in eccesso si deposita sul fondo degli oceani e li rende più acidi. La rapidità di questo fenomeno è inedita da più di 300 milioni di anni e gli scienziati non sanno gli effetti che si potranno verificare da qui a qualche decennio. I molluschi e alcuni plancton che costituiscono lo zoccolo della catena alimentare potrebbero non adattarsi a questo cambiamento. La loro scomparsa avrebbe un impatto diretto sull’insieme delle specie, l’uomo compreso.
Perdita della biodiversità, problemi nella produzione alimentare, diffusione di malattie, maggiore frequenza di eventi catastrofici (maremoti, terremoti, uragani) e molti altri sono gli ormai noti effetti di questo fenomeno…
Ispiratosi al video di Le Monde: Comprendre le réchauffement climatique en 4 minutes
Chiaro e dettagliato. Bravi!
Grazie dei complimenti Ettore, anche la nostra Marianna – uno dei brillanti autori dei nostri articoli – ne sarà felice 🙂