Mobilità sostenibile significa offrire valide alternative all’auto privata con interventi integrati e differenziati
Im-mobilità insostenibile
Mezzi pubblici obsoleti e inefficienti, strade congestionate dal traffico, poche e pericolose piste ciclabili che fanno subito passare la voglia di salire in sella alla bici. Non è facile muoversi in città e lo è ancora meno provare a farlo in maniera sostenibile per tutelare l’ambiente e la salute delle persone. Il settore dei trasporti, infatti, consuma un quinto dell’energia mondiale e il 40% viene usata dal traffico urbano. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi dove la qualità dell’aria è oltre i limiti di sicurezza per la salute. Tra questi compare tragicamente anche Torino dove, secondo Ennio Cadum, direttore del centro regionale per l’epidemiologia e la salute ambientale dell’Arpa, almeno 900 morti all’anno sono attribuibili all’inquinamento da polveri sottili.
Cosa significa mobilità sostenibile?
C’è urgentemente bisogno di una nuova visione della mobilità. A tal proposito è nata l’espressione mobilità sostenibile, che riguarda qualunque modalità di spostamento in grado di ridurre gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai veicoli privati. Dall’inquinamento atmosferico e acustico alla congestione stradale, dal tasso di incidentalità al consumo di suolo a scapito di aree pedonali. Il Consiglio Mondiale delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile la definisce così:
Mobilità sostenibile significa dare alle persone la possibilità di spostarsi in libertà, comunicare e stabilire relazioni senza mai perdere di vista l’aspetto umano e quello ambientale, oggi come in futuro
Spesso una visione troppo semplicistica rischia di non affrontare adeguatamente il problema. Non si può pensare di risolvere la situazione semplicemente vietando la circolazione delle auto se allo stesso tempo non si offre un ottimo trasporto pubblico per i cittadini. Una reale mobilità sostenibile offre diverse alternative per spostarsi da un luogo ad un altro e si basa sull’intermodalità. Lo testimonia il fatto che le politiche di sostenibilità dei trasporti che hanno avuto più successo si sono basate su diversi interventi applicati in maniera integrata in modo da rafforzarsi a vicenda.
Ecco alcuni esempi concreti: realizzazione di una rete intermodale dei trasporti, eliminazione delle barriere architettoniche, creazione di spazi pubblici pedonali, organizzazione di pedibus per percorsi casa-scuola, creazione di piste ciclabili ben integrate nel territorio, servizi di biciclette condivise, limitazione al traffico in alcune aree, park and ride come agevolazione all’interscambio tra auto e mezzi pubblici, promozione del car pooling e car sharing.
Piani urbani e mobility manager
Alcune città italiane tra cui Parma, Milano e Torino hanno deciso di adottare un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, ovvero un piano strategico con un orizzonte temporale di 10 anni. L’obiettivo è di soddisfare i bisogni di mobilità degli individui per migliorare la qualità della vita in città. La necessità di gestire meglio la mobilità ha permesso la nascita di una nuova figura, ovvero il mobility manager: un professionista che si occupa, per esempio, di ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti di un’azienda, cioè una delle principali attività generatrici di traffico. E’ una figura professionale ancora poco diffusa in Italia, ma destinata ad affermarsi nel tempo data l’evidente necessità.
Per saperne di più:
H come H2O
I come Innovazione
L come Locale
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